Nelle nuvole c’è un sacco di spazio, ma cosa ci vogliamo mettere? Per quanto mi riguarda ci ho già messo alcuni documenti, una serie di cose da ricordare e diverse parole comprese queste che scrivo.
Cosa ancora non ci ho messo? Forse le cose a cui tengo di più, forse non mi sono ancora scrollato di dosso quella diffidenza un po’ “vecchio stile” verso un contenitore impalpabile cui affidare foto, video dei bambini, i vecchi primi esperimenti di musica e radio online, insomma quella che definirei la mia traccia digitale.
Ma è solo una questione di diffidenza? No, in fondo sono convinto che i datacenter di Amazon o Google siano molto più sicuri di uno storage gestito da me in casa. Il fatto è che questa ultima soluzione costa meno! A conti fatti un disco di rete da 1TB con tanto di ridondanza costa circa 10 volte meno di una nuvola della stessa capacità.
Ecco scoperto il mio gioco: altro che nostalgico conservatore, qui è una questione di soldi! In effetti tutto il cloud computing che utilizzo è gratis, da Google Docs a Dropbox: me ne sto all’interno dell’offerta minima dei servizi stando bene attento a schivare i form che richiedono paypal o peggio la carta di credito. Se mi sento in colpa? No, anche se non faccio onore alla categoria dei tecno-appassionati …pazienza .